Bologna – Diagnosi di infezione da Hiv in calo in Emilia-Romagna
(300 nuovi casi nel 2013 rispetto ai 365 del 2012), ma non
bisogna abbassare la guardia. Il Servizio sanitario regionale,
in occasione della Giornata mondiale per la lotta all’Aids,
lunedì 1° dicembre, lancia la nuova campagna,
“Proteggersi sempre. Discriminare mai”. Uno slogan
ideato per contrastare, da un lato, la sottovalutazione del
rischio e dall’altro lo stigma, il pregiudizio e la
discriminazione nei confronti di chi è sieropositivo o malato di
Aids. I dati del rapporto della Regione, aggiornati a fine
2013, mostrano dunque un calo delle diagnosi di Hiv: un segnale
importante, che deve però tenere conto del fatto che solo per un
quarto delle diagnosi (23,8%) il test è stato effettuato perché
la persona si è resa conto di aver tenuto comportamenti a
rischio. Inoltre, la modalità di trasmissione è ormai quasi
esclusivamente sessuale (88% nel 2013) e una persona su due
(50,3%) scopre di aver contratto l’infezione quando è già in uno
stadio avanzato della sieropositività, o addirittura quando è
malata di Aids. C’è ancora poca consapevolezza sul fatto che una
diagnosi tardiva non permette di accedere tempestivamente alle
terapie antiretrovirali e ne riduce l’efficacia.
Informazione e prevenzione sono dunque importantissime. “Oggi
c’è una cura, ma la lotta all’Aids non è affatto finita” è un
altro messaggio della campagna, “non arrenderti al caso, nemmeno
alla paura. Usa il profilattico e fai subito il test”. Il
Servizio sanitario regionale garantisce il test Hiv gratuito e
anonimo e promuove interventi educativi per favorire una
sessualità consapevole e rapporti protetti. Per la Giornata
mondiale del 1° dicembre tante le
iniziative
promosse in tutta la regione da Aziende sanitarie, associazioni
di volontariato, enti locali. A partire dai test day per la
diagnosi dell’Hiv, che sarà possibile effettuare in molte piazze
dell’Emilia-Romagna sabato 30, lunedì 1 dicembre e in alcuni
casi per tutta questa settimana. Per l’elenco delle iniziative,
si può consultare il portale web del Servizio sanitario
regionale
www.saluter.it.
I fondi per formazione e progetti:
dalla Regione 2,5 milioni
La Regione Emilia-Romagna ha destinato 1
milione di euro per finanziare il prossimo anno, anche
sui temi dello stigma e della discriminazione, la formazione di
medici, infermieri, personale ausiliario dei reparti ospedalieri
di malattie infettive, dei servizi territoriali che si occupano
di assistenza domiciliare alle persone con Aids e negli istituti
penitenziari. Altri 1,5 milioni di euro sono
destinati alle attività informative ed educative svolte dalle
Aziende sanitarie negli Spazi giovani, alle iniziative rivolte
alle donne migranti e a sostenere i progetti del Numero verde
regionale Aids e del sito web Helpaids.
Il Numero verde Aids 800 856080 è gestito dall’Azienda Usl di
Bologna per tutto il Servizio sanitario regionale (attivo dal
lunedì al venerdì dalle 14 alle 18; il lunedì anche dalle 9 alle
12). Il sito internet
www.helpaids.it è dedicato al tema e offre anche consulenze
in anonimato, a cui risponde un’equipe di infettivologi,
psicologi, ginecologi e ostetriche ed è gestito dalle Aziende
sanitarie di Modena per tutto il Servizio sanitario regionale.
La campagna informativa
“E’ importante essere informati e comprendere che ogni
diffidenza nei confronti di chi ha l’Hiv non è motivata”: la
campagna regionale quest’anno dedica una attenzione particolare
anche a contrastare lo stigma, il pregiudizio
nei confronti delle persone sieropositive o malate di Aids.
L’obiettivo è ricordare la discriminazione esiste ed è
determinata solo da ignoranza e pregiudizio. Due le fasi in cui
si articola la campagna: la prima, per la Giornata mondiale,
prevede la diffusione di uno spot radio sulle
principali emittenti radiofoniche dell’Emilia-Romagna (fino al 7
dicembre) e la distribuzione di un manifesto
nelle sedi dei servizi delle Aziende sanitarie e nelle farmacie.
La seconda fase, entro la fine dell’anno, vedrà la realizzazione
di uno spot video e di cartoline
informative per le sale d’attesa e per le sedi dei
servizi delle Aziende sanitarie e per le farmacie. Sul
web, in particolare, la Regione lancia nei prossimi
mesi una campagna informativa specifica attraverso il motore di
ricerca Google e il canale di video Youtube.
I dati sulle infezioni da Hiv in Emilia-Romagna
Nel 2013 (dati al 31 dicembre) le nuove diagnosi di
infezione da Hiv tra i residenti in Emilia-Romagna sono state
300, pari a 6,7 casi ogni centomila abitanti, e
mostrano un calo rispetto agli anni precedenti
(365 nel 2012, 361 nel 2011, 389 nel 2010). Queste le
caratteristiche prevalenti della persona sieropositiva, sempre
nel periodo 2006-2013: maschio (il 72,7% dei casi), di età tra
30 e 39 anni (33,5%), di nazionalità italiana (70,9%). Il
rapporto maschi/femmine è di 2,8 maschi sieropositivi per ogni
donna, in leggero aumento. Tra le donne, la fascia di età con
più diagnosi risulta più bassa rispetto ai maschi: 20-29 anni.
La modalità di trasmissione principale si conferma essere quella
sessuale: negli otto anni di osservazione ha raggiunto l’86,1%
di tutte le diagnosi di Hiv (e l’88% nel solo 2013) e il 54,4% è
dovuta a rapporti eterosessuali non protetti (31,7% omosessuali
o bisessuali). La percezione di aver adottato comportamenti a
rischio tra le persone risultate positive all’Hiv è molto bassa:
il 23,8% l’ha dichiarata come motivazione di esecuzione del test
(mentre nel 48,2% dei casi per sospetta patologia correlata all’Hiv
o per sospetta malattia a trasmissione sessuale). Il 20% di
tutte le donne con diagnosi di Hiv ha scoperto di essere
sieropositiva in occasione dei controlli per gravidanza (erano
il 18,8% l’anno precedente). Le persone che giungono tardi alla
diagnosi di infezione da Hiv - ovvero con Aids conclamato e/o
con il sistema immunitario fortemente danneggiato (denominate
“late presenters”) - sono il 50,3% di tutte le diagnosi Hiv nel
periodo 2006-2013, mentre a livello nazionale la proporzione è
maggiore: negli ultimi anni si è attestata intorno al 57%.