Bologna - La diffusione di nuovi modelli di imprenditorialità
che coinvolgano le donne, la formazione e l’accesso a sistemi
educativi, la crescita di capacità amministrativa nelle
istituzioni locali rispetto alle politiche di genere. E’ questa
la cifra degli interventi attivati della Regione Emilia-Romagna,
nell’ambito delle politiche di cooperazione allo sviluppo, per
il miglioramento della condizione femminile.
In vista della festa del prossimo 8 marzo, si è svolto in
Regione il convegno su
“Il protagonismo delle donne
nella cooperazione internazionale: imprenditorialità, salute,
accesso ai diritti”, voluto dall’assessorato alla
Cooperazione allo sviluppo e alle Pari opportunità. La mattinata
ha visto interventi dedicati ad alcuni dei progetti avviati
dalla Regione insieme a organizzazioni non governative,
volontariato, cooperative, università ed enti locali. Tra questi
il
“Fair Trade Fair Peace”, che ha portato alla
realizzazione di una linea comune di prodotti per il commercio
equo e solidale da parte di due organizzazioni: una palestinese,
la
Bethlehem Fair Trade Artisans (Bfta), e una
israeliana, la
Syndianna of Galilee.
“Abbiamo
sollecitato e accolto la partecipazione delle partner israeliane
e palestinesi – ha sottolineato l’assessore regionale a
Cooperazione allo sviluppo e alle Pari opportunità
Donatella Bortolazzi – perché il progetto avviato
testimonia in modo concreto che, attraverso un percorso di
conoscenza e fiducia consolidato nel tempo, si possono costruire
nuovi ponti di pace e dialogo e dare dignità anche a donne che
sono spesso escluse, ai margini della società, isolate in
contesti rurali”.
Al centro del convegno anche gli interventi che la Regione ha
realizzato in Tunisia, Marocco, Senegal, Saharawi e Afghanistan.
Qui in particolare, in collaborazione con la Protezione civile
della Bassa Romagna, ha contribuito a formare sui temi del
contrasto alla violenza di genere una dottoressa e una giudice
alla dirette dipendenze del Procuratore generale di Herat Maria
Bashir, l’unico magistrato donna a ricoprire una posizione di
tale rilievo in tutto l’Afghanistan. L’iniziativa ha anche reso
possibile la formazione, in Emilia-Romagna, di altri due giudici
che nel Paese asiatico si occupano di contrasto alla violenza
contro le donne e i bambini.
“E’ per noi un motivo di orgoglio poter contribuire anche in
contesti così lontani da noi – ha detto Bortolazzi – al lavoro
del Governo italiano impegnato, per decisione dell’Onu e della
Ue, nella riforma della giustizia dell’Afghanistan e nel suo
adeguamento ai sistemi dei moderni Paesi. L’approccio, basato
sulla qualificazione delle competenze degli operatori dei
servizi pubblici e sul rafforzamento delle istituzioni locali,
attraverso scambi di esperienze e assistenza tecnica anche nel
campo legislativo, caratterizza la specificità dell’intervento
regionale. Questo è ciò che caratterizza anche la partecipazione
della Regione alla Rete Women, con la finalità, tra l’altro, di
rafforzare e promuovere il ruolo delle donne nei processi di
governo ai vari livelli, contribuendo all’adozione di politiche
capaci di accrescerne il numero, supportare e aumentare la
capacità amministrativa delle istituzioni locali rispetto alle
politiche di genere”.
Al termine dei lavori, è stata inaugurata la mostra
fotografica sui progetti di cooperazione decentrata di
genere. Gli scatti, che raccontano in particolare alcuni momenti
della realizzazione della linea comune di articoli equo e
solidali israelo-palestinesi, è aperta in Regione fino al 21
marzo 2014 (da lunedì a venerdì, dalle 9.00 alle 17.00,
Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, viale Aldo Moro 50,
Bologna)
L’attività della Regione
In tutti i Paesi di intervento, dall’Africa ai Balcani
fino all’America latina, la Regione Emilia-Romagna è impegnata,
insieme alle organizzazioni non governative, al volontariato,
cooperative, università ed enti locali a promuovere la
condizione femminile, valorizzando la partecipazione attiva
delle donne ai processi di sviluppo locale e promuovendone
l’accesso al lavoro remunerato, ai servizi sanitari e
riproduttivi, agli studi e alla vita politica e democratica
delle rispettive comunità.
Nel triennio 2010-2013 sono stati realizzati 48 progetti
investendo circa 2.600.000 euro e mobilitando
circa 5.300.000 milioni di euro per iniziative che hanno
riguardato in modo più o meno indiretto i diritti delle donne.
I progetti sono disponibili all’indirizzo
http://www.spaziocooperazionedecentrata.it/Documenti/AGENDA/2014/03-marzo/Reminder_6marzo/Brochure_finale.pdf