Maltempo. Al via le procedure
per la ricognizione dei fabbisogni finanziari per far fronte ai
danni di cittadini e imprese. Dichiarato stato di crisi regionale e
istituiti un Comitato istituzionale e un Centro di coordinamento
operativo
Bologna - L’avvio alla ricognizione dei danni
per cittadini, imprese ed enti pubblici. Dichiarato lo stato di
crisi regionale in attesa della in attesa della dichiarazione di
stato di emergenza da parte del Governo e la costituzione di due
centri di coordinamento a livello istituzionale e operativo.
varate le misure organizzative per l’analisi delle cause della
rottura dell’argine del Secchia e l’analisi delle arginature di
Secchia, Panaro e Naviglio.
Sono questi in sintesi i contenuti dei provvedimenti (due
Decreti e una lettera) emanati in queste ore dal presidente
della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani per
le zone del modenese colpite dell’alluvione.
La Regione ha attivato la procedura per la ricognizione dei
fabbisogni finanziari per far fronte ai danni causati dal
maltempo attraverso una Circolare che stabilisce le procedure
per una tempestiva attività di ricognizione dei fabbisogni –
attraverso la compilazione di apposite schede reperibili anche
all’indirizzo http://www.protezionecivile.emilia-romagna.it/ -
per gli interventi di ripristino e per i danni subiti. In
particolare per quel che riguarda il fabbisogno per gli
interventi sul patrimonio privato e le attività
economico-produttive, la Circolare invita i Comuni a pubblicare
sui propri siti istituzionali e/o nelle forme che ritengono più
opportune le apposite schede che, cittadini e imprese
interessati devono compilare e trasmettere sempre ai Comuni
entro il prossimo 28 febbraio.
Il primo decreto – che fissa a 90 giorni la durata dello stato
di crisi regionale a partire dal 24 gennaio, data di adozione
dell’atto si è reso necessario in attesa della dichiarazione di
stato di emergenza nazionale che il presidente Errani ha, nei
giorni scorsi, inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri
Enrico Letta e al Prefetto Franco Gabrielli.
Inoltre, per assicurare il raccordo e coordinamento tra gli enti
interessati (sia a livello istituzionale sia a livello
operativo) ma anche per una più efficace gestione
dell’emergenza, il Decreto istituisce un Comitato
istituzionale e un Centro di coordinamento
operativo.
Il Comitato istituzionale è presieduto dallo
stesso presidente Errani ed è composto dall’assessore regionale
alla Protezione civile, dal Prefetto di Modena, dal presidente
della Provincia di Modena e dai sindaci dei Comuni del modenese
maggiormente colpiti quali Bastiglia, Bomporto, Camposanto,
Medolla, Modena, San Felice sul Panaro e San Prospero. Il
Comitato avrà il compito di concordare e valutare le misure,
iniziative ed interventi necessari a fronteggiare l’emergenza in
atto.
In Centro di coordinamento operativo, a
supporto del Comitato istituzionale, sarà insediato presso il
Centro unificato provinciale di protezione civile a Modena ed
formato da dirigenti, funzionari e tecnici della Regione e della
Provincia di Modena. Il centro di coordinamento è suddiviso in
funzioni: segreteria di coordinamento, funzione tecnica di
valutazione, volontariato, logistica, assistenza alla
popolazione, comunicazione, servizi essenziali e tutela
dell’ambiente, servizi scolastici e assistenza sociale.
Il secondo Decreto costituisce un gruppo di lavoro
tra esperti della Regione, di enti interregionali quali Aipo e
l’Autorità di Bacino del Po che analizzi e cause della rottura
arginale del fiume Secchia e approfondisca dal punto di vista
strutturale le arginature dei fiumi Secchia, Panaro e Canale
Naviglio. Inoltre, il provvedimento affida alla Direzione
Generale Ambiente della Regione Emilia-Romagna, al fine di
acquisire valutazioni tecniche indipendenti, il compito di
richiedere ai Dipartimenti delle Università italiane qualificati
in materia idraulica e geostrutturale, la disponibilità di
professionalità di elevato profilo tecnico-scientifico per
costituire una Commissione scientifica che, che
ha il compito di analizzare e valutare le cause della rottura
arginale del Secchia.
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