Maltempo, il presidente Errani:
"Al Governo chiediamo lo stato d'emergenza per le zone colpite". Si
lavora per chiudere il prima possibile la breccia dell'argine del
Secchia. Oltre 600 le persone accolte
Bologna - La Regione chiederà al Governo lo stato
d’emergenza per le zone del modenese colpite dall’alluvione. Lo
ha reso noto il presidente Vasco Errani nel corso della
conferenza stampa che si è svolta oggi nel Centro di Marzaglia.
Già nella giornata di ieri Errani aveva informato il presidente
Letta e il responsabile della Protezione civile Gabrielli sulla
situazione; i danni riguardano il sistema infrastrutturale
pubblico e di pubblico interesse, il patrimonio edilizio privato
e le attività produttive agricole. “Nei prossimi giorni – ha
spiegato Errani – invieremo al Governo una prima ricognizione
dei danni e delle spese necessarie per far fronte a questa nuova
calamità, che riguarda peraltro aree già colpite dal sisma del
2012”. La Regione intanto coprirà con risorse proprie i costi
degli interventi necessari, fino a quando non verrà riconosciuto
lo stato d’emergenza. Al momento, la priorità principale – a cui
si sta lavorando incessantemente – è chiudere la breccia
dell’argine del Secchia. Oggi Errani ha parlato anche del
cittadino disperso: “Siamo tutti toccati – ha detto – da questa
vicenda”.
La situazione sul territorio: squadre speciali al lavoro per
chiudere la falla
Le precipitazioni particolarmente intense che hanno
interessato l’Emilia-Romagna a partire dal 16 gennaio hanno
causato altezze fino a 400 millimetri d’acqua nei bacini del
Trebbia, Taro, Enza e Secchia, e fino a 300 millimetri nei
bacini del Panaro e Reno. Sono seguite ondate di piena
significative, costantemente monitorate dai servizi tecnici
competenti.
In questo contesto, è stata segnalata nella prima mattinata di
domenica una rottura dell’argine del Secchia in località San
Matteo (Comune di Modena) che è progredita molto velocemente
sino al crollo, raggiungendo i 50 metri di apertura e
stabilizzandosi poi, con un’erosione continua, su un’apertura di
70-80 metri. I tecnici di Aipo, autorità idraulica competente,
hanno spiegato come la falla del Secchia sia avvenuta in un
tratto di alveo rettilineo, regolarmente sottoposto a
manutenzione attraverso periodici sfalci (l’ultimo intervento è
stato concluso lo scorso 3 dicembre), pulizie del corpo arginale
e già interessato da verifiche post sisma senza che emergessero
criticità di rilievo. L’ipotesi di Aipo è che il cedimento sia
dipeso da perforazioni causate da animali come volpi e tassi
(cavità create per le tane) insieme all’eccessivo carico delle
precipitazioni.
Per superare l’emergenza, Aipo ha ritenuto necessario
“aggredire” il varco nell’arginatura sia a valle che a monte,
procedendo con il riempimento in via provvisoria dell’apertura
con l’utilizzo di pietrame. L’operazione – tutt’ora in corso e
resa difficoltosa dalla conformazione stessa della sommità
arginale – è stata preceduta dalla sistemazione a pista adatta
al passaggio dei mezzi d’opera sia a monte che a valle della
frana (per un totale di circa 500 metri), al fine del raccordo
con i possibili accessi.
La creazione delle piste è terminata nel pomeriggio di domenica;
il lavoro è continuato con la sistemazione delle piazzole per la
posa del primo pietrame. Le attività sono tutt’ora in corso.
Complessivamente, il volume del materiale ritenuto necessario
per concludere il lavoro è stimato in almeno 10mila metri cubi.
L’obiettivo è chiudere nel più breve tempo possibile la breccia
e garantire il progressivo tamponamento della falla entro le
prossime 24 ore. A questo fine si sono potenziate le squadre sul
campo, e si è proceduto al reperimento dei massi necessari; è al
lavoro il Gruppo operativo speciale “Movimento Terra” dei Vigili
del fuoco di Roma.L’assistenza
alla popolazione
Sono circa 600 le persone accolte
nei centri predisposti sul territorio: 300 si trovano nelle
strutture di Mirandola e Modena, 50 nei centri di Carpi e
Medolla; 54 ospiti della casa protetta “Villa Anna” sono stati
trasferiti dal 118 all’ospedale di Baggiovara e in altre
strutture; un gruppo di disabili di Sorbara è stato accolto a
Carpi. Ci sono poi 250 persone che hanno trovato ospitalità in
albergo. A queste si aggiungono i cittadini che hanno trovato
autonomamente una sistemazione. Il numero degli sfollati è
destinato a crescere e nuove strutture di accoglienza saranno
allestite in queste ore sul territorio. L’Agenzia regionale di
Protezione civile invita chi non ha abbandonato la propria
abitazione a restare all’interno, segnalando le necessità
(viveri, farmaci e altri beni) al numero 059 200200:
i Vigili del fuoco provvederanno alla consegna.
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