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Ormai è chiaro, Il Sindaco e i Consiglieri Comunali della Capitale Europea della Cultura si credono troppo in alto per ascoltare la voce dei cittadini che protestano,

 

Ormai è chiaro, Il Sindaco e i Consiglieri Comunali della Capitale Europea della Cultura si credono troppo in alto per ascoltare la voce dei cittadini che protestano, sono troppo oltre per seguire l’esempio di altri 45 colleghi di altri Comuni lucani che già si sono espressi contro il così detto “Sblocca Italia”, troppo forti per prendere in esame una richiesta di mozione degli attivisti del Movimento 5 Stelle locale (che a Matera significa il 27% degli elettori) già depositata presso il protocollo del Comune di Matera dallo scorso 7 ottobre e in cui si “suggeriva” a tutti i Consiglieri le ragioni per cui impugnare l’allora Decreto Sblocca Italia. E poco importa se con questa Legge, il Governo Renzi scippa dai territori le competenze in tema di energia e ambiente, poco importa se con lo “Sblocca Trivelle” si corre il rischio di circondare Matera Capitale di pozzi petroliferi, poco conta se con un atto d’imperio, senza che vi fosse la modifica della Costituzione, si toglie ai cittadini la possibilità di opporsi alle decisioni calate dall’altro da un Presidente del Consiglio che nessuno ha eletto. Poco importa, loro, i nostri Consiglieri e il nostro Sindaco perdono tempo e lo fanno nella maniera più bieca, attraverso convocazioni e rinvii, ordini del giorno kilometrici e sospensioni, riformulazioni e mancanze d’accordo. Francamente questo andirivieni è fin troppo chiaro, si vuole prendere altro tempo e tutto ciò, ai nostri occhi, appare gravissimo e da irresponsabili.

 

È stato molto deludente assistere al terzo rinvio della discussione sul Decreto nr. 133 (nel frattempo divenuto Legge nr. 164) al secolo “Sblocca Italia”, del Consiglio Comunale di Matera. Eppure le premesse per una discussione seria c’erano tutte. Nell’Assise del 20 novembre, a fine seduta e dopo già un rinvio il 18 novembre, si era deciso di rinnovare la convocazione per il 25, proprio per “riservare” più tempo all’Ordine del Giorno che chiedeva al Presidente della Regione Basilicata l’impugnazione dell’art. 38 del D.L. nr. 133/2014 dinanzi alla Corte Costituzionale. Ieri (25 novembre) abbiamo constatato che diversi sono stati gli interventi a favore dell’impugnazione, gli unici, per la verità, ad entrare nel merito della palese incostituzionalità dell’art. 38, mentre deboli e fuori tema, a parer nostro, le motivazioni addotte contro l’impugnazione fra le quali è spiccata per contenuti e durata (soprattutto per quest’ultima) la manfrina di Francesco Bianchi. Non era il momento di difendere il piatto di lenticchie portato a casa dai Deputati lucani del PD, barattato con la salute dei cittadini. Non era il momento di confessare “candidamente” che grazie agli accordi intercorsi in 20 anni di attività estrattifere fra Regione e Compagnie Petrolifere, la Regione Basilicata ha potuto continuare a garantire il Servizio Sanitario e mantenere operativa l’Università, peraltro certificando così il fallimento assoluto del Partito Regione. Non era il momento di usare i soliti mezzucci per arrivare all’ennesimo rinvio. La questione posta nell’OdG e su cui i Consiglieri erano chiamati a discutere era semplice: l’Articolo 38 del D.L. 133 del 2014 agisce o non agisce nell’alveo della Costituzione? Sappiamo quel’è la linea del PD emersa nella Segreteria Regionale di domenica scorsa (24 novembre), ma noi cittadini Le stiamo chiedendo caro Sindaco Adduce di fare il Sindaco, di usare la stessa celerità con cui ha costruito rotonde, rifatto manti stradali, ripavimentato marciapiedi ed abbellito piazze e aiuole cittadine in occasione della visita della Commissione giudicatrice per il 2019. Le stiamo dicendo che in ballo c’è qualcosa di più importante delle logiche di partito, Le stiamo chiedendo di non tergiversare e di prendere, insieme al suo Consiglio Comunale, una decisione, quale che sia la decisione. Non decida di non decidere.

Ovviamente noi siamo convinti che l’art. 38 dello “Sblocca Italia” sia palesemente incostituzionale e per questo non faremo mancare la nostra presenza nel Consiglio Comunale del 27 novembre, con l’auspicio che Lei Sindaco Adduce e tutti i Consiglieri non vi sottraiate alla responsabilità di una scelta chiara e definitiva sulla incostituzionalità del Decreto "sblocca trivelle".

 

 

 

 

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