PASSEGGIATE ONYX
AMBIENTE 2014 INCONTRI E TERRITORIO
Venerdìncontro e
Passeggiata nel segno dell'acqua
Resoconto del
Venerdìncontro e passeggiata del 16
Marzo 2014 a Irsina: I "Bottini" e
contrada Peschiera
Ieri, 14
marzo, presso la Casa Cava nel Sasso
Barisano, alle ore 19.00 si è svolto il
primo appuntamento dei Venerdìncontro
promosso dall'associazione Onyx Jazz Club,
Settore Ambiente e Turismo, all'interno del
cartellone delle Passeggiate Onyx 2014
Incontri e Territorio.
Il tema del
primo incontro era "L'acqua
pubblica e le tecniche di raccolta tradizionali"
con l'Arch. Massimiliano Burgi.
L'appuntamento è stato seguito da molti operoratori
turistici, geologi e curiosi del territorio.
L'arch. Burgi , grazie alla sua collaborazione con
Pietro Laureano, è un esperto delle tecniche di raccolta
dell'acqua del passato ed ha coordinato diversi lavori
di restauro e recupero di importanti cisterne e fontane
nel nostro territorio.
L'intervento ha fatto emergere la necessità di continuare
sulla strada della valorizzazione e il recupero delle
cisterne all'interno dei Sassi e sull'altopiano murgico,
come buona pratica della bio-architettura e come da Matera
possa partire l'esempio di una nuova gestione dell'utilizzo
dell'acqua piovana. Altro spunto interessante, che l'Onyx
Ambiente farà proprio, e quello di censire mappare i vari
esempi di raccolta delle acqua.
Prossimo
appuntamento è domani Domenica 16 marzo 2014
partenza alle ore 9,00 da Piazza Matteotti (Matera) alla volta
di Irsina, per la prima passeggiata sul territorio alla scoperta
dei "Bottini" e contrada Peschiera.
La passeggiata ha una difficoltà turistica, organizzata grazie
alla collaborazione della Coop. Arenacea di Irsina e
l'associazione Amici del Parco della Murgia.
Di
seguito riporto un abstract dell'intervento
"Il paesaggio culturale dei Sassi e della Murgia è
composto da un articolato sistema di tecniche
tradizionali. La presenza e l’utilizzo dei sistemi
tradizionali ha permesso per molti secoli il perpetuarsi
della vita in questi luoghi apparentemente ostili;
cisterne a tetto e a campana, terrazzamenti, muri e
architetture a secco hanno consentito all’uomo di
insediarsi e attraversare il territorio arido della
Murgia; le cisterne garantivano, come oasi nel deserto,
la sosta per l’approvvigionamento idrico per gli animali
e i pastori durante il pascolo stanziale o transumante,
i terrazzamenti permettevano la coltivazione di alberi
da frutta e ortaggi sui costoni impervi della gravina, i
muretti a secco e le specchie fornivano rispettivamente
il limite delle proprietà, la formazione di
microambienti per piante e piccoli animali e il rifugio
ai contadini.
La trasformazione delle caverne in abitazioni, il
sistema idraulico di raccolta e conservazione
dell’acqua, i giardini pensili, i vicinati a pozzo e a
ferro di cavallo, il controllo della temperatura
costante nelle abitazioni e il dominio dei raggi solari
sono solo alcune delle tecniche che hanno generato e
perpetuato, invece, la presenza degli antichi Rioni dei
Sassi. L’iscrizione nel Patrimonio UNESCO dei Sassi ha
permesso di dare il giusto valore a questo paesaggio. Il
valore sembra essere stato, poi, concepito e
circoscritto troppo al panorama dei luoghi e poco ai
sistemi tradizionali che lo hanno generato e sostenuto,
in particolare ai sistemi di raccolta e conservazione
dell’acqua; questa dimenticanza può lentamente togliere
dei tasselli al paesaggio stesso. Il metodo migliore per
dare risalto alle tecniche tradizionali è il loro
recupero e restauro, in questa maniera si portano in
primo piano per la loro presenza nel territorio e per il
loro contributo in termini ambientali, antropologici,
sociali, economici e paesaggistico-culturali.
Attraverso il racconto del recupero di una cisterna
tetto, della regimentazione dell’acqua a Fontana
Cilivestri con la realizzazione di un giardino delle
tecniche idriche, della fusione di architettura
abitativa e architettura idraulica dei Sassi e della
capacità idrica e economica dimenticata, delle cisterne
presenti negli antichi Rioni, è possibile dare nuova
dignità e forza alle tecniche tradizionali di raccolta
dell’acqua. In particolare le tecniche tradizionali
legate all’acqua sono tecniche sociali; nella gestione
dell’acqua nei Sassi non si poteva prescindere dal
concetto di acqua quale bene pubblico, l’acqua prima di
entrare nella cisterna privata percorreva, strade, scale
e tetti di spazi comuni o privati e quando giungeva a
destinazione poteva essere reimmessa, se la cisterna
risultava già piena, in altre cisterne ad essa
collegate. L’acqua era il filo di Arianna che percorreva
tutte le abitazioni rendendoli da spazi privati a spazi
collettivi. Leggere la città antica e quella futura
attraverso una nuova gestione dell’acqua può essere un
importante contributo alla sfide che Matera sta
percorrendo."
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