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Matera, 3 marzo 2014

 

Clara, un progetto per conoscere quello che si nasconde sotto i centri storici

 

“In materia di sicurezza della pubblica incolumità in caso di catastrofi c’è un tema che riguarda la protezione civile, ma ce n’è uno ancora più importante e urgente che riguarda il senso di responsabilità di ciascuno di noi”. Lo ha detto il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, intervenendo all’incontro organizzato a Ferrara per presentare i contenuti del progetto denominato Clara.

Il progetto, il cui valore si aggira complessivamente attorno ai 20 milioni di euro finanziati in gran parte con risorse del MIUR, vede quale soggetto promotore il CNR-IMAA ed un partenariato misto pubblico-privato costituito da Centri di Ricerca (Consiglio Nazionale delle Ricerche, Osservatorio Geofisico Sperimentale di Trieste), Università (Università di Ferrara, Università La Sapienza di Roma, Università di Catania, Università di Enna), grandi imprese (tra le quali e-Geos, Meridionale Impianti, Sidercem, IDS, Gruppo HERA) e PMI (Tecnoin, Sinergis, altre) con forte propensione all'innovazione ed un sistema di stakeholders (Comune di Ferrara, Comune di Matera, Protezione Civile della Provincia di Enna) capace di esprimere una domanda "Intelligente" e con forti contenuti tecnologici.

Il progetto individua tre casi di studio su cui sperimentare e promuovere l'utilizzo di un sistema innovato integrato per la gestione dei rischi naturali in ambiente urbano e periurbano: uno nella Città di Ferrara, interessata a redigere un adeguato piano per prevenzione del rischio sismico e di salvaguardia di beni architettonici e monumentali, uno nella Città di Matera, interessata allo studio del sottosuolo urbano nel centro storico dei Sassi ed il terzo nell'area della Provincia di Enna per la mitigazione del rischio idrogeologico.

L'obiettivo principale del progetto è la mitigazione degli effetti dei dissesti idrogeologici e sismici, che interessano i centri abitati, mediante l'acquisizione di una maggiore conoscenza del territorio. Cambiamenti climatici e progressiva antropizzazione del suolo, infatti, hanno reso le nostre città sempre più vulnerabili alle calamità naturali. CLARA sperimenterà nuove tecnologie osservative (in-situ e remote) ed ICT per il rafforzamento delle capacità sociali per affrontare i rischi naturali in ambiente urbano.

CLARA svilupperà smart technology diffuse che consentano la gestione e la condivisione di informazioni complesse, quali le basi di dati relative alla reale esistenza e consistenza dei livelli di pericolosità dei fenomeni idrogeologici e sismici e di vulnerabilità delle risorse esposte nelle aree urbanizzate, adottando i paradigmi open-government ed open-data, anche per il coinvolgimento attivo della popolazione alla percezione, comunicazione e mitigazione dei rischi naturali, per lo sviluppo di comunità resilienti agli effetti dei cambiamenti climatici e per una consapevole partecipazione pubblica alle politiche ambientali.

Adduce ha sottolineato di essere stato, fin dall’inizio, molto interessato a questo progetto “perché ci consente di conoscere quello che si nasconde sotto Matera, nel centro storico”. E ha aggiunto:“A partire dal terremoto dell’Irpinia e della Basilicata la Protezione civile ha fatto grandi passi in avanti e oggi siamo in grado di dare una risposta positiva e organizzata in caso di catastrofi.  C’è però anche il tema dell’autoprotezione che ci deve interessare tutti. Dobbiamo innanzitutto conoscere il nostro territorio per mettere in campo azioni adeguate di messa in sicurezza. Ad esempio nei vari centri storici negli ultimi cento anni sono state effettuate sopraelevazioni, magari poi condonate attraverso leggi capestro, con gravi rischi per la pubblica incolumità. Credo che bisogna avere il coraggio di intervenire anche prevedendo di alleggerire quei carichi realizzati quando c’era una diversa sensibilità nei confronti della sicurezza. Se si vanno a fare i raggi x a questi interventi si vede che nel corso degli anni sono stati fatti lavori nei singoli appartamenti senza pensare alle conseguenze strutturali. Ecco, questo è il primo problema che dobbiamo affrontare e riguarda soprattutto il senso che ciascun cittadino ha dello Stato. Non è più sufficiente dire che ognuno a casa sua può fare quello che vuole, perché se si butta a terra un muro portante si mette a rischio non solo la propria vita ma anche quella di chi vive nel condominio e nei palazzi accanto.  C’è anche un problema connesso alla macchina dei controlli. Oggi si fanno lavori presentando una semplice comunicazione. Ne abbiamo circa 10 al giorno, 300 al mese. Dovremmo controllarle una per una. Ma non abbiamo personale sufficiente. Mi sono molto appassionato a questo progetto perché ci può aiutare molto a conoscere quello che c’è sotto a noi con una discreta approssimazione  e che ci può permettere di anticipare eventuali tragedie. Abbiamo bisogno di buone pratiche che riguardano la pianificazione urbanistica. Dobbiamo prendere consapevolezza che un patrimonio vecchio non ce la fa a sopportare tutto quello che abbiamo preteso. E per fare questo occorre un senso di responsabilità più diffuso. C’è bisogno che ogni cittadino, che ciascuno di noi ogni giorno dimostri di avere senso dello Stato, anche nelle piccole cose quotidiane. Per evitare che quando si cerca lo Stato sia troppo tardi”.

Il sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani ha affermato nel corso del dibattito "che la cittadinanza, per essere parte integrante e attiva del meccanismo, ha bisogno di riappropriarsi della storia sociale che la accompagna e sta alla base di tutto. Dobbiamo prendere coscienza della realtà di ieri ma soprattutto di quella attuale per essere pronti ad agire in situazioni che non ci sono familiari”.

Adduce ha quindi concordato una prossima visita del sindaco di Ferrara a Matera.

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