Bologna – Cala la produzione dei rifiuti urbani in Emilia
Romagna: nel 2012 ne sono stati prodotti 2.893.518 tonnellate,
con una diminuzione del 3,6% rispetto al 2011 a fronte di un
aumento della popolazione residente dello 0,3%. La produzione
pro capite si è invece assestata a 647 Kg/ab, con una
diminuzione del 3,9% rispetto all’anno precedente che riporta la
Regione ai valori di produzione registrati negli anni 2002-2003.
Sono alcune delle cifre contenute nel
Report Rifiuti 2013, decima edizione del monitoraggio
annuale prodotto dalla Regione Emilia-Romagna e da Arpa
Emilia-Romagna.
I rifiuti raccolti in modo differenziato rappresentano oltre
la metà dei residui urbani: 1.559.488 tonnellate, in aumento
dell’1% rispetto all’anno precedente: un dato che conferma il
trend in crescita che ha consentito il progressivo incremento
della raccolta differenziata, dal 2001 al 2012 più che
raddoppiata passando dal 25,3% al 53,9%.
E’ dalla lettura incrociata di questi dati che emerge
l’andamento complessivamente positivo del settore e la conferma
di un graduale adeguamento agli obiettivi stabiliti dalle
direttive europee.
Il sistema di raccolta tradizionalmente più diffuso in Emilia
Romagna è ancora quello che utilizza i contenitori stradali, che
intercetta il 34% della raccolta differenziata. Si sta
progressivamente diffondendo anche il “porta a porta” (che
riceve il 15% dei rifiuti differenziati), mentre il 27% dei
rifiuti differenziati confluisce nei 371 Centri di raccolta. Gli
altri sistemi (raccolte dedicate, su chiamata, tramite
eco-mobile, ecc.) permettono di intercettare il rimanente 24%
dell’intera differenziata.
I dati a livello provinciale
La produzione e la gestione dei rifiuti urbani
presentano differenze significative a livello territoriale: i
valori medi provinciali di produzione pro capite variano dai 544
Kg/ab di Bologna ai 768 Kg/ab di Rimini. Bologna è la provincia
che produce complessivamente più rifiuti (19% del totale
regionale), seguita da Modena (15%) e Reggio Emilia (13%).
Anche per quanto riguarda la raccolta differenziata le province
evidenziano risultati diversi. Se da una parte a Parma e Reggio
Emilia si raccolgono in modo differenziato più del 60% dei
rifiuti urbani, Piacenza, Modena, Ravenna e Rimini hanno già
superato il 50% di raccolta differenziata, mentre le province di
Ferrara, Forlì-Cesena e Bologna registrano valori compresi tra
il 40 e il 50%.
Il dato della raccolta differenziata varia significativamente
anche a livello di singoli Comuni con 75 realtà che nel 2012
hanno raggiunto e superato l’obiettivo di legge del 65%. I
valori rilevati confermano le difficoltà dei piccoli Comuni
dell’Appennino e dei grandi centri abitati come Bologna a
raggiungere elevati standard di raccolta differenziata.
Il sistema impiantistico regionale
Quanto raccolto in maniera differenziata viene avviato
ai 20 impianti di compostaggio e agli oltre 200 impianti per il
recupero delle frazioni secche presenti sul territorio
regionale. I valori dell’indice di avvio a recupero, calcolati
sui dati 2011, forniscono indicazioni sulla qualità della
raccolta differenziata. Essi variano da un minimo del 74% per la
plastica a valori superiori al 90% per umido, carta, vetro
metalli e legno, confermando che, per le principali frazioni
differenziate la quasi totalità del raccolto è reimmesso nel
ciclo produttivo.
I rifiuti indifferenziati residui, oltre 1.334.000 tonnellate,
hanno trovato collocazione in un articolato sistema di impianti
costituito da 8 inceneritori con recupero energetico, 8 impianti
di trattamento meccanico-biologico e 19 discariche per rifiuti
non pericolosi.
In linea con le indicazioni delle politiche europee negli ultimi
3 anni in regione si è registrato una diminuzione dell’utilizzo
delle discariche ed un aumento dell’avvio a recupero energetico
per lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati.
I rifiuti speciali
Nel 2011 sono state prodotte 8.027.491 tonnellate di
rifiuti speciali (esclusi i rifiuti da costruzione e demolizione
non pericolosi che ammontano a ulteriori 2.578.471 tonnellate),
con una diminuzione rispetto al 2010 di circa il 3,6%. La
maggior parte di questi (circa il 90%) è costituito da rifiuti
non pericolosi. Un dato rilevante se confrontato con quello dei
rifiuti urbani: i rifiuti speciali, ossia
quelli che provengono dal settore produttivo, costituiscono il
79% di quelli complessivamente prodotti in Emilia-Romagna, pari
a circa tre volte la produzione dei rifiuti urbani.
L’analisi della gestione ha evidenziato che nel 2011 sono stati
trattati maggiori quantitativi rispetto al 2010 (+4%). Sono
d'altra parte aumentati i quantitativi avviati a recupero (+9%)
e diminuiti quelli avviati a smaltimento (-7%) Questi dati
evidenziano una gestione più virtuosa dei rifiuti speciali
prodotti. Il sistema impiantistico della regione è articolato:
sono 1.306 impianti localizzati in regione e oltre il 90% di
questi svolge attività di recupero di materia.
Il Piano dei rifiuti
Il Piano di Gestione dei rifiuti che la Regione renderà
pubblico entro gennaio rappresenterà il volano in grado di
indirizzare il sistema verso una maggiore sostenibilità
complessiva, in linea con la gerarchia Europa che pone al primo
posto la prevenzione della produzione di rifiuti, seguita dal
recupero di materia e, solo secondariamente, dal recupero
energetico, lasciando lo smaltimento in discarica come opzione
residuale. Traguardi questi che la Regione sta peraltro già
perseguendo da alcuni anni, grazie alla risorse del Piano di
azione ambientale per lo sviluppo sostenibile: nell’anno in
corso sono stati concessi finanziamenti per la realizzazione di
interventi di prevenzione della produzione di rifiuti e di
miglioramento della loro gestione nell’ambito dei bandi
“Ecofeste Emilia-Romagna 2013” e “Azioni integrate per la
promozione e valorizzazione della sostenibilità locale“.