Bologna - I finanziamenti per
la ricostruzione possono andare a fienili, magazzini e altri
edifici rurali utilizzati dall’impresa agricola, anche senza
allacciamento ad acqua ed elettricità, purchè con requisito di
sicurezza statica. L’assessore regionale all’agricoltura
Tiberio Rabboni sgombra il campo dai dubbi di
interpretazione delle ordinanza commissariali in materia.
“Innanzitutto devo ribadire – spiega Rabboni - che la norma
nazionale che disciplina gli aiuti alle strutture produttive si
propone esclusivamente la ricostituzione delle condizioni
preesistenti al terremoto. Pertanto tutte le ordinanze
commissariali hanno puntato a garantire il contributo per la
riparazione o la ricostruzione dei fabbricati strumentali alle
attività produttive che erano tali alla data del sisma o nei 36
mesi precedenti. Se gli immobili erano accatastati come
collabenti prima del sisma, oppure fatiscenti, insicuri e
degradati per mancata o carente manutenzione, e quindi non
utilizzabili a fini produttivi, non possono essere ammessi a
contributo. Sono esclusi dal contributo quindi gli immobili che
alla data del sisma non erano di fatto agibili in quanto non in
possesso di requisiti di sicurezza statica o di condizioni
igienico-sanitarie per ospitare i lavoratori. Nel caso invece
dei fabbricati rurali, utilizzati dall’impresa agricola (quali
ad esempio fienili, magazzini, casello, ecc.) è evidente che
l’utilizzabilità è assicurata dalla presenza del solo requisito
della sicurezza statica. Il che significa che anche senza
connessioni con le reti idropotabili o elettriche il
finanziamento è dovuto.”
Diverso il caso degli edifici non utilizzati dall’impresa
agricola e destinati ad usi diversi da quelli produttivi. “In
questo caso – spiega ancora Rabboni - il finanziamento è
subordinato alla dimostrazione di fornitura elettrica o idrica.
L’agibilità e l’utilizzabilità di tali edifici dovrà essere
dichiarata dal tecnico con perizia, debitamente documentata,
asseverata se non produttiva e invece giurata se produttiva.”/PF