Bologna - Un fine settimana dedicato alla degustazione
dell’olio nuovo, appena franto e alla scoperta di una coltura
antichissima, un tempo molto diffusa anche in Emilia-Romagna, e
che ora sta conoscendo una nuova rinascita. Farà tappa a
Parma e
Brisghella, rispettivamente
sabato 23 e domenica 24 novembre,
Girolio, il grande tour dell’extravergine promosso
dall’Associazione Città dell’olio. Mostre mercato di prodotti
tipici, stand gastronomici, laboratori. Le due città
emiliano-romagnole offriranno un ricco programma interamente
dedicato all’olivo e a quello che esso rappresenta: storia,
territorio, paesaggio. A Brisighella in particolare, in
concomitanza con la 54esima edizione della Sagra dell’Ulivo, il
cuore della manifestazione sarà Piazza Marconi dove sarà
possibile assistere per tutta la giornata alla
molitura
in piazza delle olive e tornare a casa con la propria
bottiglia
dell’olio nuovo. A Parma invece è previsto il convegno
“L’oro di Parma, il ritorno dell’extravergine” ( dalle ore 10,15
presso la Casa della Musica, piazzale San Francesco
1). “Piccoli, ma di altissima qualità - ha detto oggi a
Bologna presentando l’iniziativa l’assessore regionale
all’agricoltura
Tiberio Rabboni –
l’Emilia-Romagna è tra le più piccole regioni olivicole in
Italia, ma vanta il riconoscimento di ben due Dop e una
produzione in forte ripresa non solo in Romagna, ma anche in
Emilia: Bologna e Parma in testa. Anche per questo la Regione ha
finanziato un progetto che prevede il recupero di antiche
varietà di olivo tipiche dei nostri territori. Per noi è una
scommessa importante: l’olivicoltura in collina fa bene al
territorio perchè contribuisce a contrastare il dissesto
idrogeologico e migliora la qualità del paesaggio agrario,
oltre a dare una fonte di reddito aggiuntivo agli agricoltori”.
“Partito il 20 settembre da Ragusa – ha spiegato
Franco
Spada responsabile per l’Emilia-Romagna
dell’Associazione nazionale Città dell’Olio - Girolio tocca ben
quindici regioni, per concludersi il 21 dicembre a Bitonto in
Puglia. Tre mesi di eventi dedicati all’olio extravergine e ai
prodotti tipici italiani da gustare in tante feste di piazza.
L’edizione 2013 è dedicata alla Dieta mediterranea, patrimonio
dell’Umanità Unesco dal 2010."
L’olivo in
Emilia-Romagna, in crescita la produzione 2013. In dieci anni
quasi triplicate le superfici
E’ una coltura dai piccoli numeri e ancora di nicchia,
ma in crescita, sia da un punto di vista quantitativo che,
soprattutto, qualitativo. Forte anche del riconoscimento di due
Denominazioni d’origine protetta: le Dop “Brisighella” e
“Colline di Romagna”.
I primi dati sulla raccolta 2013 parlano di un aumento del 15%
della produzione rispetto a quella dello scorso anno (duramente
penalizzata dalle condizioni climatiche), un dato in
controtendenza rispetto a quello nazionale, in flessione
dell’8%. Buona anche la qualità delle olive.
Nel 2012 gli ettari coltivati a olivo in Emilia-Romagna erano
3.841 (1.907 nella campagna 2000-2001) per una produzione di
46.281 quintali di olive e 6.606 di olio. Attualmente la
produzione si concentra in particolare nelle province romagnole
(Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna), ma risulta in crescita anche
in Emilia. Particolarmente dinamica la provincia di Bologna
(imolese e colline del capoluogo) ove nel 2003 si è costituito
il Consorzio Olivicoltori Colli Bolognesi. In ripresa la
coltivazione dell’olivo anche a Parma, ove la coltura è
attestata fin dal tredicesimo secolo, e con essa in tutta
l’area occidentale della regione. Nel 2006 a Parma è nata
l’Associazione Parmense Olivicoltori e nel 2009 l’”Olio del
Ducato”, il brand dell’associazione che raggruppa tutto il
prodotto locale.
In Romagna l’olivicoltura è una realtà ormai consolidata. Se
Rimini è la prima provincia in regione per estensione delle
superfici, Ravenna a sicuramente la regina sotto il profilo
qualitativo. La Valle del Lamone, con la denominazione “Brisighella”,
può vantare la prima Dop nel 1996. Nel 2003 è arrivata anche la
seconda Dop regionale – “Colline di Romagna” - che comprende i
territori collinari a ridosso dell’area costiera riminese e la
media e bassa collina in provincia di Forlì-Cesena.
In Emilia-Romagna è presente Unaprol, un’organizzazione di
produttori che con circa 3 mila soci, raggruppa tutti i
produttori di olive.
Un progetto della Regione per recuperare le antiche
varietà dell’area emiliana
Nostrana di Brisighella, Ghiacciolo, Orfana Colombina,
Correggiolo, Rossina, Grappuda, Quarantoleto in Romagna e,
nell’area emiliana: Bianello, Fiorano, Montelocco e Montericco.
La presenza di documenti storici in gran parte medioevali
dimostra l’esistenza di un’antica olivicoltura lungo la fascia
pedemontana dell’Emilia Romagna.
Il particolare microclima di alcuni areali meno esposti ai venti
settentrionali, insieme all’innalzamento delle temperature
medie stanno riportando in auge questa coltivazione che può
affiancare la vite nelle zone agricole più marginali,
rappresentare uno valido strumento di conservazione della
biodiversità e del paesaggio, oltre che un importante strumento
per contrastare il degrado idrogeologico.
Proprio per questo la Regione ha finanziato un progetto per lo
sviluppo dell’olivicoltura da olio nelle province di Modena,
Reggio Emilia, Parma e Piacenza, in fase di conclusione.
Partendo da antiche ceppaie e piante sopravissute nei secoli,
l’iniziativa ha previsto anche attività di moltiplicazione e
distribuzione agli agricoltori interessati dei genotipi
individuati sul territorio e in grado di fornire olii
monovarietali di indubbio pregio sotto il profilo chimico,
sensoriale ed aromatico. L’obiettivo è creare le condizioni per
una olivicoltura da reddito fortemente legata al territorio
anche in Emilia. Attualmente sono 24 le cultivar di olivo
tipiche dell’Emilia-Romagna catalogate e certificate nell’ambito
del progetto regionale. Oltre a essere coltivate in dieci campi
sperimentali, due piante per ogni cultivar sono conservate
presso il Centro di conservazione di Ibimet-Cnr a Bologna./PF
In allegato i dati sulla produzione di olio in regione