Bologna - Per la prima volta in ogni provincia le donne superano
gli uomini, mentre tra i banchi di scuola l’incidenza
percentuale degli alunni stranieri si conferma la più alta
d’Italia. In base alle stime del Rapporto Unar 2013, sarebbero
577mila i cittadini stranieri
regolarmente soggiornanti in Emilia-Romagna (al 31
dicembre 2012); si tratta del
12,9% della
popolazione complessiva residente. Dall’indagine a cura
dell’Osservatorio sul fenomeno migratorio della Regione, emerge
un quadro all’insegna della
stabilità,
confermato dai dati relativi ai cittadini stranieri
residenti. Si rileva infatti un progressivo aumento
dell’incidenza percentuale, che passa dal
7,5%
del 2007 al
10,5% del 2010, fino ad attestarsi
al
12,2% del 2012. Confermata la crescita della
popolazione straniera residente, anche se a un
ritmo
inferiore rispetto al passato: l’incremento nel 2012 è
del
3,3%, dunque decisamente più basso degli
anni precedenti (+5,9% fra il 2011 e il 2012, +8% circa fra il
2010 e il 2011, +9,8% l’anno precedente e +15% fra il 2008 e il
2009 e fra il 2007 e il 2008).
“I dati sono positivi – ha sottolineato la vicepresidente della
giunta regionale
Simonetta Saliera, presentando
oggi il Dossier – . Mi riferisco in particolare a quelli
relativi alla scuola, alla presenza femminile, ai bambini nati
qui, in Emilia-Romagna: tutto questo rappresenta una grande
potenzialità di sviluppo verso il futuro, attraverso politiche
che la Regione ha fatto e continuerà a fare. E’ fondamentale –
ha ricordato Saliera – non pensare in un’ottica ‘noi e loro’:
solo così la presenza degli stranieri può essere realmente uno
stimolo all’innovazione”. E a proposito dei bambini e dei
giovani, “per noi devono essere cittadini a tutti gli effetti –
ha aggiunto la vicepresidente – e avere le stesse opportunità
dei coetanei”.
I Comuni emiliano-romagnoli che superano il 10%
dei residenti stranieri passano dai 22 del 2004 ai 185
del 2012 sui complessivi 348, con Galeata (Fc) al
23,4%, Luzzara (Re) al 21,7% e Castel San Giovanni (Pc) al 21,1%
e altri 39 Comuni con valori percentuali compresi fra il 15 e il
20%. I principali Paesi di provenienza degli stranieri residenti
sono, nell’ordine, la Romania (14,3%, in aumento rispetto al
13,7% rilevato nel 2011), il Marocco (13,4%, in leggero
decremento), l’Albania al 11,6% in leggera diminuzione. Tutti
gli altri Paesi risultano piuttosto distanziati, anche se va
evidenziato il peso percentuale della Moldavia (5,8%, stabile
rispetto all’anno precedente), dell’Ucraina (5,5%, a sua volta
stabile). Seguono la Cina con il 5,1% e la Tunisia con il 4,3%.
Per la prima volta la Romania diventa la nazionalità più
presente in regione. Inoltre, se da una parte i primi tre Paesi
per numero di stranieri residenti in Emilia-Romagna raccolgono
circa il 39% del totale, occorre sottolineare l’eterogeneità
delle provenienze con ben 176 Paesi rappresentati.
I minori stranieri rappresentano il
17,5% del totale in regione, mostrando un lieve
incremento rispetto all’anno precedente. Nell’anno scolastico
2012/2013 l’Emilia-Romagna si conferma al
primo posto fra le regioni italiane per
incidenza di alunni stranieri
(15% del totale, a fronte di una media
nazionale dell’8,8%). L’incidenza percentuale è quindi cresciuta
ulteriormente rispetto al 14,6% dell’anno scolastico 2011/2012;
nell’anno scolastico 2008/2009 il valore percentuale era
inferiore al 13%. In particolare, rispetto al dato medio (15%),
ci sono valori più elevati nella scuola primaria
(16,2%) e nella secondaria di primo grado (15,9%) e
dell’infanzia (15,4%). Per la prima volta, i nati in
Italia risultano oltre la metà (50,2%)
degli alunni stranieri iscritti alle scuole di ogni ordine e
grado della regione.
Si conferma il crescente processo di femminilizzazione: per
la prima volta in tutte le province le donne straniere
superano gli uomini (52% a livello
regionale).
Aumentano le acquisizioni di cittadinanza.
Anche se l’Italia è tra gli ultimi posti in Europa in materia di
concessioni di nazionalità, da un punto di vista quantitativo
sono comunque aumentati i casi di ottenimento della cittadinanza
italiana da parte di cittadini stranieri in Emilia-Romagna: se
nel 2008 risultavano 6.350 nel 2010 raggiungono le 7.912 persone
e nel 2012 arrivano a 8744.
Nel corso del 2012 la banca-dati Inail mostra 353.184
lavoratori dipendenti stranieri
occupati in Emilia-Romagna, pari al 19,1% dei
lavoratori complessivi: valore in linea con quello registrato lo
scorso anno. Oltre la metà (52,2%) degli occupati lavora nel
macro-settore dei servizi (valore percentuale in crescita
rispetto al 51% registrato nel 2011). Seguono l’industria
(35,2%, in flessione di circa due punti percentuali rispetto
all’anno precedente) e infine stabile l’agricoltura (9,9%). I
Paesi più rappresentati fra i lavoratori dipendenti sono,
nell’ordine, Romania, Marocco, Albania, Cina.
Secondo i dati del Registro delle Imprese - Infocamere, al 31
dicembre 2012 le imprese con titolare straniero
sono oltre 35mila e costituiscono l’8,3%
del totale delle attive in regione. Questo dato è in
crescita rispetto a quello dell’anno precedente; infatti nel
2011 le imprese erano circa 34.000 e rappresentavano il 7,9% del
totale delle imprese. Si tratta indubbiamente di un altro
significativo indicatore di integrazione e stabilizzazione della
popolazione straniera. I principali settori economici sono le
costruzioni (45,1%), il commercio (24,5%), le attività
manifatturiere (11,3%) e la ristorazione (5,2%). I Paesi di
provenienza più rappresentati sono, nell’ordine, Albania,
Marocco e Cina.
L’apportodei lavoratori stranieri è importante non solo sul
versante produttivo, ma anche su quello fiscale,
contributivo e dei consumi.
Secondo i dati elaborati dall’Agenzia socio-sanitaria regionale
i lavoratori stranieri percepiscono un reddito medio di
1.027 euro netti al mese con una differenza di 314 euro
medi in meno rispetto ai lavoratori italiani, pari a -23,4%.
Prendendo in considerazione i contributi versati a carico del
lavoratore e quelli a carico dell’impresa e le tre diverse
aliquote contributive, l’ammontare economico contributivo
generato dal lavoro degli immigrati risulta di quasi 900
milioni di euro. Il gettito fiscale complessivo dei
lavoratori stranieri si può valutare intorno ai 500
milioni di euro, per un totale di 1 miliardo e
400 milioni di entrate.