Annata agraria 2012, stabile la Plv con un
valore di oltre 4 miliardi e 300 milioni di euro. Bene grano e vino,
pesanti gli effetti della siccità estiva su mais e pomodoro da
industria. La frutta salvata dalla ripresa dei prezzi. Rabboni: "Il
settore complessivamente tiene, ma il Ministero attivi gli
indennizzi per le imprese danneggiate dalla siccità"
Bologna - Bene i cereali (con l’eccezione importante del mais) e
il vino; tiene la frutta, ma solo grazie al buon andamento dei
prezzi che ha permesso di recuperare le pesanti perdite
produttive. Positivi anche gli andamento per pollame e
conigli. Sono i primi risultati, elaborati dall’Assessorato
regionale all’agricoltura, dell’andamento dell’annata agraria
2012. Un’annata fortemente condizionata dagli effetti
della siccità estiva che ha inciso pesantemente sulle quantità
raccolte. Tuttavia, grazie a una ripresa dei prezzi, il valore
complessivo delle produzioni conferma sostanzialmente i dati
del 2011, con una produzione lorda vendibile di 4.326 milioni di
euro (+0,3%).
“Nonostante terremoto e siccità, il settore tiene e contribuisce
in maniera determinante all'andamento della industria alimentare
ed agroindustriale e quindi a mitigare gli effetti generali
della crisi recessiva in regione – ha detto l’assessore
regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni -
questo purtroppo non si traduce in una tenuta dei redditi
agricoli che invece subiscono una riduzione a causa dei maggiori
consumi irrigui e dell'aumento degli altri costi intermedi.
Particolarmente negativa é poi stata l'annata per il mais. Per
questo comparto e per le aziende danneggiate dalla siccità è
indispensabile che già nelle prossime settimane il Ministero
dell'agricoltura attivi le misure di indennizzo e di
compensazione previste dalla legge per gli ‘eventi eccezionali’,
da noi proposte fin dalla fine del settembre scorso."
Tra i comparti che hanno avuto un buon 2012 il posto d’onore
spetta sicuramente ai cereali. A spingere verso l’alto il
comparto soprattutto grano tenero, grano duro e orzo, che grazie
al buon andamento di quantità e prezzi hanno una produzione
lorda vendibile in crescita del 46%, del 31% e del 43%. Male
invece il mais, uno dei prodotti che più ha subito le pesanti
conseguenze della siccità estiva, con un calo produttivo del 43%
che il rialzo dei prezzi non è riuscito a compensare. Da
segnalare per questo cereale anche i problemi legati alla
qualità.
Ancora la siccità è all’origine del cattivo andamento di alcune
produzioni industriali: soia (- 39,7% la produzione lorda
vendibile), girasole ( -10,8%), ma anche pomodoro da industria
(- 18%). Buono invece l’andamento della barbabietola da
zucchero (+12%). Male anche il riso che chiude il 2012 con un
doppio segno negativo sia in termini di quantità (-25%), che in
valore (-40%).
Per quanto riguarda la frutta, nel 2012 si è verificato un
aumento del 2,8% del valore complessivo, grazie alla ripresa dei
prezzi, che hanno generalmente recuperato il pesante picco
negativo dell’anno precedente. Anche in questo caso tuttavia non
si può non considerare il cattivo andamento stagionale. La
siccità ha fatto sentire i suoi effetti non solo sulla frutta
estiva ( -13,8 e - 23,3% le quantità per pesche e nettarine, ma
con una plv comunque in crescita del 17,5 e del 3,4%), ma anche
su quella autunnale. E’ il caso delle pere (- 37% la quantità,
+3,5% il valore) e delle mele (-20% , stabile la plv).
Unica frutta in controtendenza le ciliegie che nel 2012 hanno
sommato il buon andamento produttivo (+24,5%) a quello in valore
(+34,9%).
Si preannuncia invece decisamente positiva l’annata per il vino
emiliano-romagnolo, con una produzione lorda vendibile che
sfiora il +38% a fronte di una leggera contrazione delle
quantità, compensata però ampiamente del buon
andamento qualitativo.
In contenuta riduzione il comparto degli allevamenti che chiude
il 2012 con un -1,4% della plv. In realtà l’andamento negativo è
stato soprattutto quello del latte ( -6,3% ), mentre il 2012 è
stato segnato dalla ripresa in valore di tutti gli altri settori
zootecnici: carni bovine (+4, 7%), suini (+1,3%), pollame e
conigli (+6,4%). Tutti settori nei quali comunque continua ad
essere pressante il problema dei costi di produzione e dunque
della remunerazione per gli allevatori./PF