Matera, 21 novembre 2013
Celebrati i 20
anni di iscrizione di Matera nel patrimonio mondiale dell’Umanità.
L’intervento
del sindaco di Matera, Salvatore Adduce
Il 9 dicembre
del 1993 l’Unesco dichiarò i Sassi di
Matera
e il prospiciente altipiano murgico, oggi area protetta denominata
Parco della Murgia materana delle Chiese rupestri, “Patrimonio
mondiale dell’umanità”. Sono trascorsi venti anni da quella data
importante e abbiamo sentito il dovere di celebrare questa
ricorrenza con sobrietà e riflettendo con profondità sul significato
che quella iscrizione ha avuto per Matera, per la Basilicata, per il
Mezzogiorno”.
Lo ha detto il
sindaco di Matera, Salvatore Adduce, intervenendo oggi alle
celebrazioni per i venti anni di iscrizione di Matera nell’elenco
Unesco del Patrimonio mondiale dell’umanità.
“Fu
– ha aggiunto Adduce - un avvenimento storico per la città, ma anche
per il Paese, per il Mezzogiorno e per l’Unesco. Infatti, Matera fu
il sesto sito italiano in ordine cronologico a essere iscritto
nell’elenco, il primo del Sud Italia e per la prima volta l’Unesco
utilizzò nei criteri e nelle motivazioni il concetto di “paesaggio
culturale” che venne utilizzato successivamente per motivare la
iscrizione di altri prestigiosi siti nel mondo. Ecco perché quella
data rimarrà nella storia della nostra città e nella storia della
cultura mondiale. E quel risultato costituì l’approdo di un
lunghissimo viaggio, di un lunghissimo cammino, quello lento,
lentissimo che l’uomo aveva percorso nei secoli e nei millenni e
quello più rapido che la civiltà dell’uomo aveva compiuto negli
ultimi 50 anni”.
Per Adduce
Matera, in quella circostanza, vinse una sfida, l’ennesima sfida.
“Fu
la sfida di una città affascinante e piena di contrasti, simbolo di
una fusione tra paesaggi e civiltà e culture diverse. Luogo di
passaggio di civiltà che hanno lasciato segni indelebili, dai
Bizantini ai Normanni. E poi i segni delle culture degli ultimi 8
secoli, dal Romanico al Rinascimento al Barocco che ci hanno
consegnato architetture di grande qualità e originalità. Ma sono
stati gli ultimi 50 anni a determinare un’accelerazione
straordinaria del processo di acquisizione della consapevolezza del
valore unico di questo luogo. Questo periodo, infatti, è stato
segnato dall’ennesimo contrasto: dalla presa d’atto di una emergenza
che sembrava insanabile tanto da farla definire “Vergogna nazionale”
all’iscrizione nel patrimonio mondiale dell’umanità. Un traguardo
che non era scontato. Anzi. I Sassi hanno rischiato di diventare
luogo fantasma, abitato solo da spettri, zona franca per la
delinquenza. Invece, grazie a un’azione formidabile di tipo politico
e delle forze dell’ordine coordinate egregiamente ed efficacemente
dall’allora prefetto, Tommaso Blonde, si riuscì ad evitare questo
pericolo estirpando la mala pianta della criminalità. Fortunatamente
vinse la cultura. Vinse quella parte forte della città anche grazie
all’attenzione nazionale e internazionale di intellettuali,
architetti e artisti che credettero nel valore universale del nostro
patrimonio e nella necessità di salvarlo. Con il 1993 vinse per la
prima volta il paesaggio culturale e l’architettura frutto della
mano sapiente dell’uomo, di un abitante che ha plasmato nel tempo la
pietra adattandola alle sue esigenze e rispettando l’equilibrio
dell’ecosistema.
L’Unesco,
20 anni fa, diede valore alla civiltà dell’uomo e alla sua storia.
Questo patrimonio è la vera grande piattaforma da cui Matera lancia
la nuova sfida. Da quell’abitante che plasmò la calcarenite
all’abitante culturale di cui parliamo nel dossier di candidatura e
che la giuria ha mostrato di aver apprezzato. Dagli antichissimi
viaggiatori bizantini ai cittadini di oggi, ai visitatori di oggi
che vengono a Matera e si lasciano avvolgere da questo spettacolo
decidendo di restarci come ininterrottamente è avvenuto per 10 mila
anni. Sta qui – ha concluso il sindaco – la straordinaria continuità
che noi abbiamo riproposto nel progetto di candidatura e che
costituisce l’anima della nostra città”.
Il sindaco ha
quindi ringraziato tutti coloro che contribuirono nel ’93
all’iscrizione di Matera nell’elenco del patrimonio mondiale
dell’umanità dell’Unesco.
La giornata
celebrativa, coordinata dal giornalista Giovanni Scandiffio, è stata
aperta da un video-reportage sulla proclamazione di Matera come
patrimonio mondiale dell’umanità realizzato da Videouno nel ’93 a
Cartagena, e dai saluti dell’allora sindaco di Matera, Saverio Acito,
di Pietro Laureano, autore del dossier per l’Unesco, di Marta
Ragozzino, Soprintendente ai Beni storici e artistici della
Basilicata.
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