E’ vera libera informazione in
Basilicata?
C’è una strana
difficoltà da parte degli organi d’informazione locale in Basilicata
nel riferire fatti e circostanze, in maniera quanto meno
corrispondente alla realtà. Eppure il dovere di un giornalista
dovrebbe portare alla narrazione di situazioni di cui è persino
stato testimone. Capita però che la fantomatica “linea editoriale”,
imposta dalla testata giornalistica, riesca a indurre il povero
giornalista a una servile comunicazione. In Basilicata appare del
tutto evidente, sebbene esista una sorta di libertà nella scelta
delle notizie da pubblicare o anche da dare in video, una palese
difficoltà a prendersi cura nella corretta informazione di vicende
che interessano alcuni personaggi politici regionali e locali.
Stiamo parlando non certo di opinioni personali che il giornalista
potrebbe esternare nel merito delle vicende, ma quanto meno sarebbe
sufficiente un racconto fedele degli accadimenti. Inoltre sarebbe
corretto (ma forse è chiedere troppo!) concedere repliche che non
appartengano ad una sola campana. Nelle recenti vicende giudiziarie
che hanno coinvolto, anche pesantemente persino dei colleghi
giornalisti, si registra invece non solo un completo disinteresse
per accadimenti che pregiudicano la stessa figura dei giornalisti,
sul piano professionale, ma anche la stessa grande importanza che
svolge la funzione della libera informazione. In prima linea in
questa anomala situazione occorre porre l’Ordine dei Giornalisti, la
cui funzione di tutela(!) in Basilicata non si capisce dove possa
essere compresa. Una situazione che, guarda caso, assume proporzioni
mastodontiche e di grande imbarazzo sopratutto quando si pubblicano
articoli che pongono anche semplici interrogativi su comportamenti
di politici lucani. Badate bene non si parla di semplice solidarietà
quando un giornalista viene querelato per aver scritto qualcosa sul
solito potente politico di turno, bensì di una doverosa presa di
coscienza nel merito della funzione che il giornalista ha svolto
nell’espletamento della sua funzione. Altrimenti ci si chiede a cosa
possa servire l’Ordine dei Giornalisti in Basilicata! Ma sullo
stesso piano non si può evitare di porre organi d’informazione
locale(carta stampata e TV)! Politici lucani (soprattutto se
occupano posizioni di rilievo nello scenario politico) diventano
intoccabili o quanto meno sono messi in condizione di continuare con
le loro dichiarazioni a ingenerare discredito nei riguardi dei
giornalisti che si sono permessi(!) di raccontare, nel pieno
rispetto della deontologia professionale, fatti e circostanze
opportunamente documentati. Diventa “vangelo” (perdonate
l’accostamento) quello che certi politici, probabilmente per loro
più credibili, interpellati (ma perché solo loro?) dichiarano,
piuttosto che raccontare le evidenze che scaturiscono dagli atti
formali che, peraltro, fanno parte di una situazione giudiziaria
che, per di più, (giornali e Tv locali ndr) non hanno la capacità(o
volontà?) di acquisire per farsene un’idea più corrispondente alla
realtà e alla veridicità dei fatti contestati. Il timore è evidente:
non si vuole correre il rischio di urtare la suscettibilità dei
potenti politici di turno, anche a discapito della verità,
infischiandosene di concedere una semplice opportunità di un
contradditorio ai giornalisti costretti a difendersi nelle sedi
processuali. Sarà che la personale idea di giornalismo non ha senso
in questa regione, anche se rimango nella convinzione del contrario.
Ci vorrebbe un po’ più di coraggio da parte di chi intende fare una
informazione libera e ispirata ai canoni della corretta
informazione, liberandosi da certi oppressivi comportamenti che
francamente sono da ritenere deprimenti, oltre che deplorevoli. La
cabala solitamente non sbaglia e la paura fa sempre novanta!
Nino Grilli
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