I parlamentari lucani del M5S al lavoro:
interrogazione sul caso Fenice
Al lavoro per cambiare l’Italia. In
attesa che il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dia una
risposta alla proposta di governo presentata da Beppe Grillo e
mentre i partiti tradizionali si mostrano sempre più inermi di
fronte alle grandi emergenze del Paese, il Movimento5Stelle ha già
iniziato a produrre iniziative concrete nell’interesse dei
cittadini. Mantenendo così fede ai principi fondanti del movimento e
a quanto proposto in campagna elettorale.
I due parlamentari lucani del movimento,
Mirella Liuzzi e Vito Petrocelli, hanno infatti presentato
nei giorni scorsi ai ministri dell'Ambiente e della tutela del
territorio e del mare, dello Sviluppo economico e della Salute
un’interrogazione sull'inceneritore Fenice di San Nicola di Melfi.
La struttura del gruppo francese EDF, che tratta ogni anno 65.000
tonnellate annue di rifiuti, è coinvolta in un inchiesta da parte
della Procura della Repubblica di Potenza che ipotizza il reato di
disastro ambientale per un inquinamento conosciuto da tempo dai
proprietari dell'impianto Fenice e dall'Arpa Basilicata, l’agenzia
regionale per la protezione ambientale.Solo dal 2009 è in atto la
procedura di messa in sicurezza d'emergenza della struttura secondo
quanto stabilito dal decreto legislativo n. 152 del 2006, ma ad
oggi, dai monitoraggi bimestrali dell'Arpa Basilicata sulle falde
acquifere, l'emergenza non risulta essere rientrata, anzi viene
certificata la prosecuzione e l'aggravamento dell'inquinamento della
falda acquifera e di conseguenza del territorio. Ma intanto Fenice
continua a operare in base ad autorizzazioni provvisorie rilasciate
dalla Provincia di Potenza, nelle more del rilascio
dell'autorizzazione integrata ambientale da parte della Regione, che
è da tempo scaduta, fatto che ha contribuito a far condannare
l'Italia dalla Corte europea per violazione della direttiva
2008/1/CE.
Così Liuzzi e Petrocelli
nell’interrogazione chiedono ai ministri quali iniziative
intendano assumere in merito alla situazione per giungere
all'obiettivo cautelare della cessazione dell'attività di
incenerimento dell'impianto, fino al ripristino di condizioni di
sicurezza ambientale, con parametri al di sotto della concentrazione
della soglia di contaminazione, in ottemperanza proprio dell'art.
132 del decreto legislativo n. 152 del 2006.
“L'interrogazione ai ministri è stata
un'azione obbligata –
dichiara la Liuzzi – sia
perché il M5S è per una gestione virtuosa e a freddo dei rifiuti,
sia perché il nostro intervento parlamentare è stato di raccordo con
l'attività politica svolta sul territorio dagli attivisti lucani che
hanno presidiato la Regione con un gazebo e che hanno attuato ben
quattro giorni di sciopero della fame, sia a sostegno dei cittadini
del Comitato "Diritto alla Salute" di Lavello che da anni si battono
con manifestazioni ed esposti in procura per spegnere il "mostro"
senza trovare risposte esaurienti”.
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