È tempo di agende ed al sindaco di Matera si vuol ricordare, in
questo inizio 2013, che ha dimenticato o smarrito la sua, quella
nella quale aveva annotato il suo programma elettorale stipulato nel
marzo 2010 con la città. Questo prevedeva, nei punti salienti un
percorso ambizioso rimasto totalmente irrealizzato. Tra i punti di
rilievo Adduce scriveva: "Eliminare il divario tra palazzo e
cittadini per fare della sede municipale realmente la casa di tutti".
Ed
ancora "Cittadini in comune" erano queste le parole con le
quali il Sindaco avviava il suo programma, risuonavano anche slogan
come: "Matera in testa" e "Passione in Comune". Testa
e passione che si sono perse per strada così come il divario che ha
interposto tra la città ed il suo arroccamento al sesto piano; entra
da una porta secondaria; non lo si vede mai nel palazzo, distanze
enormi lo separano dai dipendenti comunali; telecamere e guardia
giurata dietro il suo ufficio, pone una barriera tra sindaco e
cittadino qualunque, non permette manco agli ascensori di arrivare
al sesto piano. Ma quel che interessa è il programma valutato nelle
questioni vitali: "Ogni anno sarà redatto il bilancio sociale un
bilancio partecipato che testimoni l'impegno del Comune".
Prometteva anche una "carta dei servizi" di cui anche il
Comune di Matera avrebbe dovuto finalmente dotarsi. lo stesso
programma garantiva una accelerazione ed enfatizzava: "Un turbo
nella macchina amministrativa un progetto per la pubblica
amministrazione di Matera che dovrà caratterizzarsi con tasso di
sapere tecnico e meritocratico attraverso la qualità della sua
azione". Sull'immagine dell'amministrazione si andava oltre,
promuoveva progetti ambiziosi: "Rendere più efficace la macchina
amministrativa aumentare la trasparenza dell'ente comunicare in
maniera rapida e moderna con la propria comunità, sfruttare le
economie che le nuove tecnologie consentono". Nulla è stato
realizzato, solo promesse, solo chiacchiere della politica. Tra le
tante cose che si dovevano fare vi erano anche alcune acute
esaltazioni sullo sviluppo e lavoro: "Lavoro, un buon lavoro,
Matera può passare da città della cultura a città del lavoro,
dell'innovazione dello sviluppo sostenibile, si individua il sistema
di sviluppo produttivo per migliorarne il contesto innovativo
infrastrutturale dei servizi, miglior accesso al credito, promuovere
sistemi locali distretti e filiere, aiutare artigiani, commercianti,
piccoli e medi imprenditori, liberi professionisti, rilanciare e
creare attività economiche, attivare investimenti." Inutile dire
che su questi punti si è sentita l'assenza totale del sindaco e
della sua giunta, il totale fallimento che da nutrimento a ciò che
la gente pensa della politica, quella che promette nelle campagne
elettorali, che considera il suo mandato non un servizio alla
società ma un interesse alla sua persona e che i programmi
elettorali sono solo pura propaganda che termina con la campagna
elettorale. Lo sviluppo è stato solo per far cassa, aumentando
considerevolmente ogni voce della tassazione municipale. Il resto
del programma, è altrettanto blasfemo, tocca vari punti: i servizi
sociali dal titolo inquietante: "Nessuno resti solo" si
proponeva il reinserimento sociale con misure di sostegno al reddito
per le famiglie, avrebbe dovuto aiutare l'inserimento sociale e
lavorativo. Per l'ambiente si immaginava e cercava il "marchio di
qualità" sognava un ambiente urbano decoroso; faceva sogni di
qualità urbanistica e mobilità urbana, di verde pubblico, con una
città di qualità, sostenibile e addirittura pulita ed a "misura
di bambino". È ancora sfogliando l’agenda dei sogni e nei
profondi deliri del programma elettorale del centro sinistra, si
pensava alla mobilità nei Sassi e nel centro storico; di trasformare
la città da “capitale contadina a capitale della cultura”; di
creare infrastrutture per la cultura; il Diritto allo studio,
diritto allo sport, prevedendo addirittura la costruzione di nuovi
impianti sportivi e riqualificare quelli esistenti. Allucinazioni
totali, promesse disperse, basti pensare che da due anni chi governa
non è in grado di portare a termine i bandi di gara per
l’affidamento delle strutture sportive, dimostrando che questa
sinistra sa solo rimbeccarsi anche sulle cose semplici, mettendo in
evidenza solo passioni di cordata. Mancano 2 anni alla fine di
questo mandato e il mio augurio per l'anno che verrà si affida alla
speranza che il sindaco ritrovi la sua agenda.
Adriano Pedicini Capo Gruppo PDL
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